La popolazione mondiale continua a crescere e, secondo i dati dell’IHME continuerà a farlo fino al valore di 9,73 miliardi di persone.
L’aumento della popolazione va di pari passo con un altro fenomeno molto importante, la scelta di sempre più persone di vivere in contesti metropolitani, dando forma a megalopoli sempre più grandi, con città come Jakarta, Shanghai e Tokyo in cima alle classifiche, con circa 42 milioni di abitanti la prima, 41 la seconda e 39 la terza.
Il fenomeno ha preso il nome di “metropolizzazione“, un processo che al momento sembra inarrestabile.
Da anni si osserva l’abbandono delle campagne e la migrazione verso le città, con conseguente congestionamento delle stesse e una concentrazione dei consumi che si fa sempre più insostenibile.
Nel contempo, le aree rurali e periurbane vengono progressivamente abbandonate a livello residenziale mentre si riempiono di attività produttive, utilities, logistica, data center, grandi strutture commerciali e zone intensivamente coltivate.
Questo disaccoppiamento territoriale non può sopravvivere a lungo senza una trasformazione radicale del modello sottostante.
Ne abbiamo parlato in un’intervista con il CEO di Simbiosi Piero Manzoni, in vista di un suo intervento in occasione del Forum Qualenergia 2025, previsto a Roma il 3 e 4 dicembre.
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Alessandra Tiribelli: Grazie per il tempo dedicato a questa intervista. Oggi parliamo di fenomeni globali che stanno cambiando la geografia economica, sociale ed ambientale del Pianeta. Il mondo sta crescendo, le città si espandono, le risorse si concentrano. Partiamo da qui: come legge questo trend?
Piero Manzoni: Stiamo assistendo a una disconnessione sempre più spinta tra sistemi urbani e territori rurali e periurbani.
Le grandi città del mondo continuano ad attrarre popolazione, energia, capitali e consumi, mentre ampie aree rurali e periurbane si trasformano in hub produttivi ad altissima intensità: agroindustria, logistica, utility energetiche e del ciclo idrico, trattamento rifiuti, data center, grandi poli industriali e altre realtà simili.
Il risultato, che osserviamo su scala globale, è un disaccoppiamento tra luoghi di consumo e luoghi di produzione: spostiamo risorse, energia, materie prime e alimenti da un territorio all’altro per reggere il ritmo di una crescente urbanizzazione.
Si tratta di un meccanismo insostenibile sul medio-lungo periodo che necessita di correttivi, a partire dalla volontà di collaborare e fare sistema per affrontare la questione.
Alessandra Tiribelli: quale strada si è scelta in Simbiosi per rispondere a questa dinamica di rilievo mondiale?
Piero Manzoni: In Simbiosi la risposta parte da una consapevolezza semplice ma potente: i territori possono essere e sono una risorsa. Trasformare i territori in risorse significa innanzitutto ottimizzare il funzionamento di aziende, utilities, iniziative real estate, infrastrutture logistiche e varie altre attività.
Quando aziende, utilities, poli logistici, infrastrutture idriche ed energetiche vengono messi in connessione con il territorio in cui operano, si migliora il consumo di risorse, con un conseguente risparmio economico: la resa complessiva aumenta più che proporzionalmente rispetto a semplici interventi di efficientamento all’interno delle singole entità produttive.
Per ottimizzare il consumo di risorse nelle aziende, utilities e altre realtà e per amplificarne la resa mettendole in connessione con il territorio, la prima cosa che facciamo è quella di simularne il funzionamento, replicando un vero e proprio “gemello digitale”.
Si tratta di modelli avanzati che replicano il comportamento del sistema, i flussi di materia, quelli di energia e di altre fino ad arrivare a simulare interi territori, inclusi gli ecosistemi naturali, per comprendere e migliorare la capacità di gestire la situazione idrica, il potenziale di stoccaggio di Co2, le possibilità di filtrazione naturale, etc.
Questa digitalizzazione permette di identificare risparmi e interconnessioni simbiotiche tra i diversi attori che insistono su un medesimo territorio. Gli scarti di un’azienda possono diventare le risorse di un’altra, il calore in eccesso di una produzione può alimentare riscaldamento o raffrescamento altrove, una Nature-Based Solution può aumentare la resilienza climatica per tutti contribuire a migliorare l’intero ecosistema, così come la bellezza e la salubrità dei paesaggi e del territorio nel suo insieme.
Si tratta di processi tecnologicamente evoluti – che in alcuni casi abbiamo brevettato – basati su intelligenza artificiale e componenti fisiche brevettate.
I vantaggi emergono già da interventi su singole aziende, utilities o altre realtà affini, ma è la connessione che moltiplica il valore che si può ottenere.
Alessandra Tiribelli: Quindi non si tratta solo di efficienza energetica interna alle aziende, ma di ridisegnare un modello territoriale?
Piero Manzoni: Esattamente. Efficientare un singolo stabilimento è utile, ma limitante.
Quando si lavora su scala territoriale, i benefici diventano esponenziali.
Le Smart Land sono questo: territori progettati come ecosistemi cooperativi, dove tecnologie, natura e industria operano insieme.
È un nuovo modo di generare valore ambientale, economico, energetico, paesaggistico.
Lo vediamo nei numeri: quando un territorio diventa simbiotico, anche il suo valore può crescere fino al 30% in più per unità di spazio.
Alessandra Tiribelli: Che ruolo gioca la tecnologia in tutto questo?
Piero Manzoni: È un abilitatore. Simbiosi usa machine learning, digital twin e tecnologie brevettate o proprietarie per modellare industrie, utility e territori completi.
Possiamo simulare scenari, ridurre costi, aumentare il recupero risorse e generare risparmi economici tangibili.
Ci crediamo a tal punto che spesso interveniamo direttamente con la formula Re.S.Co.®, finanziando gli interventi sulla base di un potenziale di ritorno misurabile per condividerne i benefici.
Dati, territorio, investimento: quando queste tre leve si uniscono, il cambiamento accelera.Alessandra Tiribelli: C’è una parola che torna costantemente: Simbiosi. Perché è così centrale?
Piero Manzoni: Perché descrive esattamente ciò che facciamo.
I territori si possono trasformare in risorse se tutti gli attori lavorano in simbiosi ed è proprio per questo che Simbiosi è impegnata nella realizzazione di Smart Land, territori in cui le risorse energetiche e naturali sono valorizzate al meglio, attraverso scelte ecosistemiche di economia circolare e massima attenzione a sostenibilità (economica e naturale) e biodiversità.
La nostra capacità di operare su più fronti e vedere il potenziale ecosistemico ci permette di suggerire scelte e sviluppi capaci di generare ancora più valore rispetto al singolo intervento, a beneficio di tutti i soggetti coinvolti.
Alessandra Tiribelli: La sensibilità su questi temi cresce sempre di più. Quali sono i fattori che più di altri incidono su questo cambiamento?
Piero Manzoni: Stiamo vivendo un cambio di prospettiva globale: imprese, utilities e territori stanno comprendendo che sostenibilità e competitività non sono in conflitto, ma possono e devono evolversi insieme.
La spinta nasce da una combinazione di fattori, tra cui l’esigenza concreta di un impiego più razionale delle risorse, la crescente attenzione ai costi delle stesse, e la disponibilità di tecnologie capaci di trasformare quello che prima era scarto in valore.
La convenienza, oggi, non è più solo economica: riguarda resilienza, continuità operativa, attrattività del territorio e nuova capacità produttiva.
Questo è il punto in cui il tema diventa concreto: perché se la visione si traduce in azione, progettazione e collaborazione, allora entriamo nel cuore di ciò che Simbiosi fa ogni giorno, trasformare territori, aziende e utility in ecosistemi che generano valore economico e ambientale condiviso.
Alessandra Tiribelli: Grazie mille per questi stimoli, non potevamo concludere con parole migliori!
Piero Manzoni: Grazie per le domande, appuntamento al Forum Qualenergia e alle prossime occasioni!

